Come Agisce La Psilocibina
Pubblicato :
January 1, 2023
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La psilocibina è spesso descritta come un farmaco miracoloso dell'era moderna. Ma cos'è in realtà e come funziona? Scoprite tutto quello che c'è da sapere sulla psilocibina, il composto psicoattivo dei funghi allucinogeni!
Quasi tutti abbiamo sentito parlare dei funghi allucinogeni e, grazie alla loro crescente popolarità, sempre più persone stanno scoprendo l'esistenza della psilocibina, il profarmaco responsabile dei loro profondi effetti psichedelici. Ma cos'è in realtà la psilocibina?
In questo articolo vi diremo dove si trova la psilocibina, come interagisce con il cervello, quali sono i suoi meccanismi d'azione e, infine, le ricerche sulla sua efficacia contro alcuni problemi di salute.
COS'È LA PSILOCIBINA?
La psilocibina è il principale composto psicoattivo presente nei funghi allucinogeni del genere Psilocybe. Nonostante venga spesso descritta come il composto attivo dei funghi psichedelici, questa definizione è vera solo in parte. La psilocibina è in realtà un profarmaco, ovvero una molecola inattiva che viene metabolizzata nel corpo trasformandosi in una droga.
Isolato per la prima volta nel 1958 da Albert Hofmann partendo da un campione di Psilocybe mexicana, questo composto responsabile degli effetti psichedelici era del tutto sconosciuto fino ad allora. Tuttavia, le popolazioni indigene delle Americhe (in particolare quelle dell'America centrale e meridionale) usavano i funghi allucinogeni già da centinaia di anni. Alcuni sostengono che, al di fuori di queste culture, il loro uso scomparve del tutto fino alla metà del XXI secolo. Tuttavia, data l'enorme quantità di funghi psilocibinici presenti in tutto il mondo, è difficile da credere.
Sebbene la psilocibina contenga tutto il necessario per provocare un'esperienza psichedelica, dev'essere prima convertita in psilocina affinché possa interagire con il nostro sistema nervoso centrale.
PSILOCINA VS PSILOCIBINA
Ma allora qual è la differenza tra psilocina e psilocibina? I funghi allucinogeni freschi contengono entrambe queste sostanze, ma spesso in concentrazioni molto diverse. La psilocibina è presente in grandi quantità nelle varietà di funghi del genere Psilocybe, mentre la psilocina tende a degradarsi rapidamente quando esposta all'ossigeno (visibile sotto forma di macchie bluastre sui funghi psilocibinici).
La psilocibina, invece, tende ad essere più stabile nei funghi freschi. Tuttavia, come accennato in precedenza, solo la psilocina può interagire con il cervello creando un viaggio psichedelico. Fortunatamente, la psilocibina si convertirà in psilocina una volta esposta a condizioni di alta acidità, come nello stomaco.
Se avete già sentito parlare del metodo “lemon tek”, allora dovreste sapere di cosa stiamo parlando. L'acidità del limone converte la psilocibina in psilocina all'esterno del corpo e si ipotizza che questa reazione possa aumentare la velocità di insorgenza degli effetti all'interno dell'organismo. Quando i funghi allucinogeni vengono assunti senza il succo di limone, il processo verrà attivato esclusivamente dagli acidi dello stomaco.
COSA SONO I FUNGHI PSILOCIBINICI?
I funghi del genere Psilocybe crescono spontaneamente in quasi tutte le parti del mondo, ad eccezione dell'Antartide. Con centinaia di specie diverse, è un genere molto diffuso che ha svolto un ruolo importante nella storia di quasi tutte le culture del pianeta.
Sebbene ce ne siano centinaia, alcune specie hanno guadagnato maggiore popolarità, tra cui:
- Psilocybe semilanceata
- Psilocybe cubensis
- Psilocybe azurescens
- Psilocybe cyanescens
Al di fuori del regno dei funghi, è difficile trovare la psilocibina in natura (sebbene ci sia un tipo di lichene molto raro che cresce in Sud America e che potrebbe contenere diversi composti psichedelici, uno dei quali è appunto la psilocibina).
IN CHE MODO LA PSILOCIBINA INFLUENZA IL CERVELLO?
Gli effetti della psilocibina (o per essere più precisi della psilocina) sul cervello umano sono complessi, non del tutto compresi e potenzialmente psicotomimetici, cioè capaci di alterare la psiche imitando uno stato di psicosi (Vollenweider et al., 1997). Sebbene lungi dall'essere pericolosa, questa caratteristica potrebbe essere la chiave per i potenziali usi della psilocibina.
Secondo alcuni studi, i funghi allucinogeni possono influenzare il nostro cervello agendo principalmente sul recettore della serotonina 5-HT₂ₐ. La psilocina ha anche un'affinità minore con altri recettori della serotonina, ma sembra produrre i suoi effetti psicologici più profondi grazie a questo recettore.
LA PSILOCIBINA E LA RETE NEURALE DMN
Ma cosa succede realmente nel nostro cervello quando assumiamo dei funghi psilocibinici?
Si ritiene che la rete neurale DMN (Default Mode Network) contenga la chiave. Contrariamente alle aspettative, è stato scoperto che la psilocina esercita i suoi effetti rallentando e non aumentando l'attività cerebrale (Carhart-Harris et al. 2012). Per essere più specifici, è stato osservato che l'attività nella rete neurale DMN del cervello tende a diminuire significativamente nei partecipanti trattati con psilocibina rispetto a quelli trattati con placebo.
Perché questo aspetto risulta così importante? Perché la rete DMN potrebbe essere il “centro dell'essere”, ovvero dove le persone elaborano i loro schemi di pensiero radicati e percepiscono il proprio Io. Dal punto di vista funzionale, si pensa che il suo scopo sia quello di filtrare gli stimoli in arrivo per impedire che siano travolgenti e caotici, consegnandoli alla mente cosciente in una forma più facile da gestire.
Inibendo l'attività della rete DMN, la psilocina avrebbe la capacità di espandere la coscienza anche in altre regioni del cervello, il che è osservabile nella maggiore interconnessione tra zone cerebrali separate.
PSILOCIBINA E COSCIENZA
Partendo da queste osservazioni, alcuni ricercatori dell'Università del Sussex hanno scoperto che le droghe psichedeliche hanno effettivamente la capacità di espandere la coscienza (Schartner, Barrett and Seth, 2017). Sono arrivati a questa conclusione dopo aver osservato la diversità dei segnali cerebrali. Di solito, questa diversità aumenta con gli stati di consapevolezza. Ad esempio, un cervello in stato di veglia mostra una maggiore diversità dei segnali cerebrali rispetto ad un cervello addormentato. Lo stesso vale per un cervello addormentato rispetto ad un cervello incosciente di una persona in stato vegetativo.
I cervelli sotto l'effetto di droghe psichedeliche mostrano un livello di interconnessione solitamente invisibile, che ha portato i ricercatori ad ipotizzare che la coscienza venga espansa sotto la loro influenza. Tuttavia, nessuno sa con certezza quale significato possa avere questa reazione e tutti concordano sulla necessità di condurre ulteriori ricerche in futuro.
POTENZIALI USI TERAPEUTICI DELLA PSILOCIBINA
Alla luce di questi risultati e delle numerose testimonianze di persone influenzate positivamente dalle droghe allucinogene, l'interesse per gli effetti della psilocibina sul benessere mentale, sui danni cerebrali e sulle malattie mentali sta crescendo.
Sebbene la ricerca si stia rivelando promettente, è importante riconoscere che, a causa delle leggi ancora troppo restrittive in materia di ricerca sulle sostanze psichedeliche, c'è ancora molta strada da fare prima di comprendere appieno questo composto ed i suoi effetti sulla mente.
PSILOCIBINA PER IL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE
Ci sono sempre più studi incentrati sugli effetti della psilocibina sulla depressione.
Uno studio di Carhart-Harris et al. (2017) osservò la risposta alla psilocibina in 19 partecipanti resistenti ai normali trattamenti contro la depressione, garantendo supporto psicologico in ogni fase. Una settimana dopo il trattamento, tutti i 19 partecipanti riportarono cambiamenti significativi nei loro stati depressivi. Inoltre, in 16 individui si osservò un minore flusso sanguigno cerebrale verso l'amigdala ed una minore attività della rete neurale DMN. Dopo cinque settimane, il 47% dei partecipanti mostrava ancora queste alterazioni. I ricercatori giunsero alla conclusione che la psilocibina potrebbe effettivamente “resettare” il cervello, mostrando un'azione terapeutica.
In un'ulteriore ricerca condotta da Hendricks et al. (2015) furono studiati i pensieri depressivi e suicidi di un ampio gruppo di partecipanti: quelli che avevano usato la psilocibina per gran parte della loro vita, quelli che avevano usato la psilocibina ed altri psichedelici, quelli che avevano usato altri psichedelici ma non la psilocibina e coloro che non avevano mai usato gli psichedelici.
Dai risultati venne fuori che i partecipanti della prima categoria avevano ottenuto i risultati migliori e quelli dell'ultima i peggiori. Arrivarono così alla conclusione che la psilocibina possa avere un'incidenza significativa sui pensieri suicidi e depressivi. Tuttavia, hanno anche sottolineato che questa sostanza chimica potrebbe avere solo un piccolo ruolo in queste reazioni, piuttosto che essere l'unica causa.
PSILOCIBINA PER DPTS
Nel 2020, Krediet et al. (2020) cercarono di analizzare il potenziale ruolo delle droghe psichedeliche nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress (DPTS). Oltre alla psilocibina, condussero studi anche sulla ketamina, sull'MDMA e sull'LSD.
Attualmente, la prima linea di trattamento per il disturbo post-traumatico da stress è la psicoterapia, in quanto esistono pochi trattamenti farmacologici efficaci contro questo problema. A causa della natura delle droghe studiate, i ricercatori scoprirono che ognuna di loro poteva avere un ruolo in aggiunta alle terapie esistenti, piuttosto che in sostituzione. I motivi esatti per cui si verificano questi tipi di meccanismi non sono stati identificati in questo studio, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche.
Una recensione di Reiff et al. (2020) esaminò diversi studi clinici riguardanti l'MDMA e la psilocibina contro una serie di disturbi psichiatrici, incluso il disturbo da stress post-traumatico. Poiché questi farmaci sono stati ultimamente classificati dalla FDA come potenziali “terapie rivoluzionarie”, i ricercatori utilizzarono il crescente archivio di studi per valutarne l'efficacia. Nel complesso, riscontrarono dei risultati significativi che portavano in una direzione simile, mostrando un sorprendente raggio di applicazione. Tuttavia, ancora una volta, questi studi analizzarono specificamente le droghe psichedeliche utilizzate insieme alla psicoterapia, piuttosto che isolatamente.
Un'ulteriore recensione di Vermetten et al. (2020) avrebbe anche identificato una relazione potenzialmente significativa tra la psilocibina e le terapie contro il DPTS. Tuttavia, fu evidenziata l'importanza di verificare questi risultati attraverso studi controllati e confrontati con gruppi trattati con placebo. Fino a quando non avranno luogo questi studi, non potremo mai conoscere la vera efficacia della psilocibina nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress.
PSILOCIBINA PER LA NEUROGENESI
Nello studio di Catlow et al. (2020) condotto su roditori fu analizzata la potenziale capacità della psilocibina di promuovere la neurogenesi. Scoprirono che le risposte di paura radicate potevano essere annullate attraverso l'applicazione di psilocibina, il che implica che potrebbe aiutare a riscrivere i percorsi neurali.
Questo meccanismo è ancora poco conosciuto rispetto ad altri. Sebbene ci sia un ampio consenso sul fatto che la psilocibina incoraggi la neurogenesi, la sua applicazione sull'uomo è ancora sconosciuta. Tuttavia, osservando gli studi precedenti, è molto probabile che incoraggiare nuovi percorsi neurali possa spiegare, almeno in parte, le loro scoperte.
Ad esempio, in relazione alla psilocibina e alla dipendenza, i partecipanti di uno studio avrebbero mostrato una migliore capacità di gestire le dipendenze per tutta la vita, modificando i percorsi neurali vecchi di decenni (de Veen, Schellekens, Verheij and Homberg, 2017).
LA PSILOCIBINA È SICURA?
Uno dei motivi per cui i funghi psilocibinici mostrano così tante proprietà promettenti è il loro eccezionale profilo di sicurezza. Quasi priva di qualsiasi tossicità e con pochi effetti avversi, questa sostanza chimica non rappresenta particolari pericoli.
Nonostante la reputazione arcaica di questa droga allucinogena (secondo cui potrebbe provocare psicosi, spingere le persone al suicidio e causare altre reazioni anomale), la psilocibina è in realtà responsabile di pochissimi decessi o ricoveri. Ad esempio, nel 2018, solo in Inghilterra e Galles, ci furono 518 decessi per avvelenamento da farmaci antidepressivi (Statista). In confronto, nello stesso anno, solo lo 0,2% dei 12.000 intervistati che avevano assunto funghi allucinogeni si rivolse ai servizi di assistenza medica di emergenza, senza alcun decesso nel corso dell'anno (Global Drug Survey, 2018).
Questi risultati hanno portato i ricercatori dietro il Global Drug Survey a classificare la psilocibina come la droga ricreativa più sicura e meno dannosa di molte altre droghe legali.
C'È ANCORA MOLTA STRADA DA FARE
La ricerca sulla psilocibina e sulla psilocina è promettente e stiamo acquisendo una comprensione sempre più chiara di come funzionano queste sostanze chimiche. Inoltre, stiamo iniziando a capire come potremmo applicare questi risultati in un contesto terapeutico.
Detto questo, c'è ancora molto da scoprire. Fortunatamente, con il superbo profilo di sicurezza della psilocibina e la ricchezza di informazioni aneddotiche e statistiche disponibili, ognuno di noi può oggi avvicinarsi a questa sostanza con prudenza ed ottimismo, adottando un approccio più consapevole.
Con un po' di fortuna, presto sapremo molto di più su questo composto magico.